La Via Decia

Il cammino dei boschi di ferro

Un filo di quiete che si dipana in cinque tappe e novantacinque chilometri di sentiero, ad annodare due valli: la Valle Camonica e la Valle di Scalve; e due province: Bergamo e Brescia. Un viaggio lungo il corso del fiume Dezzo – Decio per gli antichi romani, attraverso ettari ed ettari di bosco. Variazioni infinite di verde, di giallo, di rosso, come il trascorrere delle stagioni. Un’immersione nel paesaggio che è al contempo un salto nella memoria: dalle millenarie miniere di ferro fino al Disastro del Gleno. 

È così che si presenta La Via Decia – Il cammino dei boschi di ferro, nata per aprire ai cercatori di bellezza questa porzione incontaminata e ancora poco conosciuta delle Alpi lombarde, all’ombra del massiccio della Presolana. Dove nacquero personaggi importanti, come il Card. filologo Angelo Maj o lo scultore Giovanni Giuseppe Piccini. E dove – nei volti e nelle storie delle persone che vi abitano – è ancora possibile scorgere la trama segreta che unisce da sempre uomo e natura.

Viaggiare
consapevoli

Tutto quello che c' è da sapere prima di intraprendere questo cammino (stagionalità, equipaggiamento...)

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In evidenza

Chiesetta S. Giacomo – Pezzolo

Doveva essere rimasto incantato dal paesaggio l’eremita che nel Settecento ne fece la sua dimora.

Arboreto Alpino Gleno

Nei pressi di Vilminore, l’arboreto alpino rappresenta un viaggio in miniatura attraverso il ricco patrimonio forestale della Valle di Scalve.

Chiesa ausiliaria di S. Silvestro

Fu costruito a partire dalla prima metà del Cinquecento questo semplice, elegante santuario, incastonato in un incantevole paesaggio.

Orologio di Pianezza

Realizzato nell’Ottocento, è uno dei rari esempi ancora funzionanti di orologio a sei ore. Decifrarne i segni e i suoni è un’arte degli abitanti del luogo.

Cava di calcare occhiadino

Potremmo scambiarlo per il set di un film. Invece questa cava abbandonata risale almeno al XVII secolo.

Chiesetta di Santa Barbara

Tutto parla della miniera e della vita dei minatori in questa chiesetta consacrata nel 1946. Da qui lo sguardo abbraccia gran parte della Valle di Scalve.