Presolana

La Presolana (m 2521 slm), definita la “Regina delle Orobie”, a differenza delle montagne poste a nord della Valle di Scalve, è formata da rocce calcaree. Il suo imponente versante Nord si erge sopra l’abitato di Colere ed è ben visibile da tutta la valle, mentre il versante meridionale domina l’altopiano di Castione della Presolana. Oltre a quella più alta, la Presolana Occidentale, vi sono altre tre vette principali: la Presolana di Castione (m 2474 slm) che è il culmine della Cresta di Valzurio; la Presolana Centrale (m 2517 slm) e la Presolana Orientale (m 2490 slm); proseguendo verso Est, superate le guglie delle Quattro Matte, troviamo la Corna delle Quattro Matte (m 2242 slm) e la cresta del Lazaret che degrada con vari saliscendi fino ai boschi sopra l’abitato di Grana.

La Presolana ha attirato da sempre le attenzioni degli alpinisti bergamaschi e non solo: la prima salita dal versante Sud alla vetta più alta è stata realizzata il 3 ottobre 1870 da Carlo Medici, tagliapietre di Castione e capostipite delle guide delle Orobie, dall’ Ing. Antonio Curò, fondatore della sezione del CAI di Bergamo, e da suo cugino Federico Frizzoni, scalando una via che segue parzialmente la “normale” alla Presolana Occidentale dalla Grotta Dei Pagani. Da ricordare che il 4 Ottobre del 1888 raggiunse la cima da Castione l’allora sacerdote e professore Achille Ratti, futuro papa con il nome di Pio XI. Dal versante scalvino, attraverso il severo versante nord, la vetta della Presolana Occidentale, dopo vari tentativi, venne raggiunta il 17 agosto 1899 da Antonio Curò, Luigi Albani e Luigi Pellegrini, guidati da Manfredo Bendotti di Colere, dopo che quest’ultimo l’ebbe percorsa precedentemente in discesa. Dopo il raggiungimento delle altre vette per le vie più semplici, gli alpinisti iniziarono a tracciare itinerari sempre più impegnativi ed eleganti. Nel 1930 Castiglioni, Gilberti e Bramani salirono lo spigolo Nord ovest della Presolana Occidentale. Nel 1931 i fratelli Longo superano lo spigolo Sud della Presolana Centrale e nel 1943 il vicino spigolo Sud Ovest fu salito da Bramani e Ratti. Vennero poi gli alpinisti Carlo Nembrini di Nembro e Placido Piantoni di Colere che diedero inizio alla salite sulle placche della parete Nord. Negli anni Settanta gli scalvini Livio Piantoni, Flavio Bettineschi, Rocco Belingheri e Guglielmo Boni salirono vie vertiginose sulla parete Nord, riscoperte in questi ultimissimi anni dalle nuove generazioni. Successivamente la Presolana – su tutti i suoi versanti – è diventata meta di diversi alpinisti, soprattutto bergamaschi, ai quali si deve l’apertura di diverse vie di arrampicata. Il computo totale supera attualmente le centosessanta. Ricordiamo fra tutti la Guida Alpina Roby Piantoni, di Colere, che proprio sulla montagna di casa ha iniziato la sua carriera di alpinista, purtroppo conclusasi prematuramente sullo Shisha Pangma il 14 ottobre 2009.

Ai piedi della parete Nord sorge il rifugio CAI “Luigi Albani” (m 1939 slm), raggiungibile da Colere percorrendo il sentiero 402 da Pian di Vione attraverso il Colle della Guaita, oppure il sentiero 403 da Carbonera; e da Teveno, attraverso il sentiero 406, passando da Malga Polzone, sino a congiungersi con il sentiero 403. Il rifugio Albani, oltre ad essere la base di partenza per le vie di arrampicata sulla Nord, è anche posto tappa del sentiero delle Orobie Orientali, proveniente dal Rifugio Curò. Dall’Albani, attraverso la ferrata della Porta (sentiero 401 e successivamente 316), è possibile passare dal versante Nord al versante Sud della Presolana, attraversando un ambiente davvero unico. Dapprima, attraverso scalette metalliche e pioli, si superano alcuni canali rocciosi che conducono al Passo della “Porta” e al “Fupù”. Successivamente, dopo essere passati accanto alle “Quattro Matte“, si raggiunge il Monte Visolo (2369). Qui ha inizio la discesa verso il rifugio Carlo Medici ai Cassinelli e quindi al Passo della Presolana. Questo sentiero, classificato EEA , rappresenta l’ultima tappa del sentiero delle Orobie “classico”.

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