In prossimità delle Fornaci vi è questa vasta pietraia. Qua e là enormi blocchi abbandonati, squadrati per mano di antichi scalpellini. Destinati ad essere utilizzati come materiali da costruzione, da fonte di reddito sono divenuti materiale abbandonato: monito di come le caratteristiche di una pietra non bastino a fare della sua estrazione un’attività sufficientemente remunerativa. Trattasi in ogni caso di calcare occhiadino (o occhialino), appartenente alla formazione sedimentaria del Calcare di Esine: una delle pietre più ricercate dell’intera Valle Camonica. Sono pietre “macchiate di bianco e nero”. Le prime notizie su queste cave risalgono al secolo XVII. Poco distante vi è una cava coltivata del secolo XX con evidenza della tecnica del taglio a filo diamantato.