La Via Decia

Il cammino dei boschi di ferro

Un filo di quiete che si dipana in cinque tappe e novantacinque chilometri di sentiero, ad annodare due valli: la Valle Camonica e la Valle di Scalve; e due province: Bergamo e Brescia. Un viaggio lungo il corso del fiume Dezzo – Decio per gli antichi romani, attraverso ettari ed ettari di bosco. Variazioni infinite di verde, di giallo, di rosso, come il trascorrere delle stagioni. Un’immersione nel paesaggio che è al contempo un salto nella memoria: dalle millenarie miniere di ferro fino al Disastro del Gleno. 

È così che si presenta La Via Decia – Il cammino dei boschi di ferro, nata per aprire ai cercatori di bellezza questa porzione incontaminata e ancora poco conosciuta delle Alpi lombarde, all’ombra del massiccio della Presolana. Dove nacquero personaggi importanti, come il Card. filologo Angelo Maj o lo scultore Giovanni Giuseppe Piccini. E dove – nei volti e nelle storie delle persone che vi abitano – è ancora possibile scorgere la trama segreta che unisce da sempre uomo e natura.

Viaggiare
consapevoli

Tutto quello che c' è da sapere prima di intraprendere questo cammino (stagionalità, equipaggiamento...)

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In evidenza

Chiesa di S. Michele in Valle

Un piccolo gioiello locale affacciato sulla forra della Via Mala, scavata dal fiume Dezzo nella sua discesa verso la Valle Camonica.

Località Trena Brandelegno

… di quando Carlo Magno e il Conte di Brandelegno, signore della Valle Decia, si incontrarono al Dezzo. E del perché la Presolana porta questo nome.

Cesulì

Edificata nel Quattrocento, oltre che centro di spiritualità divenne motivo di un’aspra contesa che divise per decenni la popolazione locale.

Fossa del Diavolo – Ol Crist

In luogo della buca oggi visibile nell’abetaia di Schilpario, sorgeva un’osteria, luogo di divertimenti e spensieratezza. Finché il Diavolo…

Cava di calcare occhiadino

Potremmo scambiarlo per il set di un film. Invece questa cava abbandonata risale almeno al XVII secolo.

Torre Civica di Azzone

Collocata un tempo in posizione dominante rispetto al centro abitato, la torre medievale garantiva la vigilanza e la difesa di Azzone.