Via Crucis

Architettura religiosa

Negli ultimi anni dell’Ottocento, lungo la vecchia mulattiera che collegava Vilminore a Meto e Pianezza, furono realizzate le quattordici edicole della Via Crucis, precedute dall’arco detto di Matasì posto accanto al fossato in contrada Pont, sul quale è visibile ancora oggi la scritta “PER CRUCEM AD LUCEM”. Fu don Angelo Milesi a idearle nel corso dei lavori di sistemazione della strada che stava per franare. Nel pilone destro del ponticello che si attraversa nella prima metà dell’itinerario fu murata una bottiglia di vetro scuro: dentro fu messa della terra di Gerusalemme insieme al memoriale con i dettagli dell’opera.

Le sculture che si trovano all’interno di ogni edicola furono commissionate ai Salesiani di Torino. Il primo bassorilievo in legno policromo fu spedito in treno (“a mezzo ferrata grande velocità”) nel 1893. Don Milesi apprezzò la scultura e commissionò l’intera opera. La chiesetta del Santo Sepolcro in cui è collocata la quattordicesima stazione fu edificata dopo il 1903. All’ interno, sopra l’altare, vi è una Deposizione lignea policroma a tutto tondo, probabilmente realizzata nelle botteghe artigiane salesiane di Torino.

Fu Stefano Romelli, detto Pas-centõ, a donare alla Parrocchia di Vilminore il terreno su cui sorse l’edificio. Per volontà del donatore, il 14 settembre di ogni anno (giorno dell’esaltazione della Santa Croce), viene celebrata una messa “a vantaggio dei vivi e a suffragio dei defunti” della sua famiglia, come sancito dal relativo atto notarile. L’edificio comprendeva inizialmente anche una sagrestia, demolita in seguito poiché costruita su terreno franoso.

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