Cesulì

Architettura religiosa

La costruzione del Cesulì (“piccola chiesa”) risale alla metà del ‘400. Dedicata a S. Bartolomeo Apostolo, ha assolto alla funzione di chiesa parrocchiale dal 1459, dopo la separazione di Colere dalla comunità di Santa Maria in Vilminore. L’aumento progressivo della popolazione rese però l’edificio insufficiente ad accogliere i fedeli. Inoltre la struttura cominciò col tempo a deteriorarsi. Da qui la lettera che il Parroco indirizzò al vescovado tramite lo scalvino don Carlo Lenzi, l’11 febbraio 1733, nella quale spiegava che la chiesa “…è incomoda e inetta al dovuto decoro alle sacre funzioni, incapace di tutto il popolo (460 anime) e perciò necessitato a starsene sin dentro i cancelli degli Altari, ginocchiarsi su le predelle e occupar tutto il Coro.

Sono separati è vero li uomini dalle donne da banchi trasversali, ma pure la troppo necessaria vicinanza genera ben spesso irriverenza notabile oltre di che le stesse femmine devono starsi come pecore inordinate … In più lì 19 desembre prossimo scaduto, cascò assai materiale da una fissura fattasi in un fianco del arco superiore che fa temere il peggio”. La popolazione si divise però in due fazioni: chi riteneva opportuno sistemare e ampliare l’edificio esistente e chi invece considerava indispensabile la costruzione di una nuova struttura. La diatriba proseguì per quasi un secolo, nonostante l’arbitrato di Don Carlo Lenzi, del Vescovo e del Podestà di Scalve il quale, con un pubblico proclama, avvisava che sarebbero stati applicati cinquecento ducati di pena … ad alcuno che ardisca di fatto e propria autorità perturbare o in qualunque modo impedire con parole e minacce, o con fatti, incuter timore nell’esercizio del loro impiego, tanti alli Deputati quanto alli operari et inservienti nella Fabbrica …

Il tempo fu l’unico rimedio e li deputati alla fabbrica della Chiesa riuscirono a convincere i parrocchiani che la soluzione migliore fosse la costruzione di un nuovo edificio, in posizione più centrale; verrà aperto al culto nell’agosto del 1792. Oggi, dopo vari interventi di restauro ad opera del volontariato locale, il Cesulì testimonia ancora questa lunga e interessante storia. Nel prato all’esterno, invece, si trovano due monumenti rispettivamente dedicati ai caduti sul lavoro e alla memoria di importanti alpinisti scalvini, alcuni dei quali tragicamente scomparsi.

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