Un cammino è un racconto, un testo. I passi percorrono i sentieri come l’occhio avanza fra le righe, di parola in parola. E a ogni passo è il mondo che si apre, si rivela. Il libro della Valle di Scalve e – parzialmente – della Valle Camonica non fa eccezione. Troverete le tracce sorprendenti di secoli di storia e di storie, disseminate fra i dipinti delle chiese, le gallerie delle miniere, i cortili delle case. Scoprirete con stupore che fra queste montagne nacque il Cardinale Angelo Maj, filologo al quale Leopardi dedicò una delle sue canzoni civili. O lo straordinario scultore Giovanni Giuseppe Piccini. Che maestri intagliatori vennero dal comasco per edificare il campanile più grande fra queste vallate, a Vilminore. E poi le arti del vivere quotidiano, l’estrazione del ferro, la cura del bosco, la coltivazione della terra, la lavorazione del latte. Non ci resta che augurarvi buon viaggio… buona lettura!
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Tredici edicole votive e la cappella finale detta “il Sepolcro” scandiscono l’antica strada pedonale verso Pianezza. Memoria della Via Crucis.
Testimonianza dell’antica arte per la cattura degli uccelli migratori, il roccolo dei Crìcoi offre una splendida vista sul massiccio della Presolana.
… di quando Carlo Magno e il Conte di Brandelegno, signore della Valle Decia, si incontrarono al Dezzo. E del perché la Presolana porta questo nome.
Un grande bosco piramidale, puntellato da formicai giganti e aree carbonili. E in alto uno splendido belvedere, ai piedi della cascata della Manna.
Proseguendo verso Schilpario, si moltiplicano le tracce del tempo in cui l’attività estrattiva garantiva – al prezzo di grandi sforzi – il necessario per vivere.
La produzione di piöde – o ardesie – ha rappresentato una delle attività produttive necessarie alla vita della valle.
Nel bosco del Vò, ecco i resti di una fucina. Poco distante si doveva trovare un forno di torrefazione alimentato con la tecnica del basso – fuoco.
Rimangono incerti la sua origine e l’esatto significato delle sue incisioni. Una pietra ancora oggi carica di fascino e di mistero.
Anche la Val di Scalve vide la creazione di una rete di sentieri e linee di difesa per impedire un’eventuale invasione austro-tedesca.
A pochi passi dalla cascata del Vò, un esempio molto ben conservato di forno utilizzato per la torrefazione del minerale.
Realizzata nel 1915, la teleferica apparteneva al complesso sistema militare fatto di strade e fortificazioni, realizzato in funzione anti-austriaca.
Costruita con il contributo di tutta la comunità e dei migliori artisti locali, contiene il monumento dedicato ad Angelo Maj, celebrato da Leopardi.
Un viaggio nel tempo. La vita quotidiana della gente di Scalve, ricostruita attraverso oggetti, strumenti di lavoro, immagini e testimonianze.
Il primo museo dell’illuminazione mineraria d’Europa. Ideale completamento della visita alle miniere del Parco A. Bonicelli / Miniera Gaffione.
Se avete informazioni riservate da trasmettere o scelte da discutere al riparo da orecchie indiscrete, il luogo adatto è il Ponte del Consiglio.
Un tale, della contrada di Grumello, venne travolto dalla valanga. Così fece un voto…