Sul fondo del paese, su un piccolo poggio, vi è la chiesa campestre di Prave. Una sosta vi permetterà di gustarne la bellezza e il fascino millenario.
Costruita sull’antica Via dei Pellegrini, la chiesa presenta due ingressi: quello sul lato ad ovest è più ampio ed è preceduto da un piccolo portico sostenuto da due colonne in arenaria grigia di Sarnico, con capitelli che potrebbero essere cinquecenteschi. Nella lunetta sopra il portoncino vi è affresco che rappresenta San Bartolomeo e San Giacomo, il santo dei viandanti e dei pellegrini, con al centro la Vergine.
La millenaria chiesetta fu ampliata in epoche diverse ed è molto probabile che l’attuale presbiterio rappresenti il nucleo originario; si ipotizza fosse precedentemente la cappella di un ospizio per viandanti. È dedicata a San Bartolomeo che subì uno dei martirii più cruenti: il suo rifiuto a rinnegare la fede gli costò la decorticazione e per questo viene sempre rappresentato con il corpo privo di pelle o più semplicemente con un coltello in mano.
Grande è la devozione che per secoli – e anche dopo il secondo conflitto mondiale – ha spinto i bornesi a festeggiare San Bartolomeo andando a Prave in pellegrinaggio. Questo santo fu ritenuto tra i più efficaci protettori contro la peste, insieme ai santi Sebastiano e Rocco, quando le medicine facevano quello che potevano cioè praticamente nulla e la gente chiedeva la protezione celeste contro le malattie tramite questi santi guaritori.