Dove si raggiunge la Diga del Gleno, ma anche Nona, paese natale dello scultore Piccini. Infine Vilminore, cuore dell’Antica Repubblica di Scalve.
Si lascia il centro di Colere e, attraverso il sentiero che parte dalla contrada Carbonera, si raggiunge il balcone naturale su cui sorge l’abitato di Magnone. Mentre ci congediamo temporaneamente dalla vista della Presolana, si apre lo scenario della Val di Scalve compreso fra il Pizzo Camino e il Pizzo Tornello. Si accede al bosco della Val Notte per un comodo sentiero, per raggiungere il territorio del comune di Vilminore. Le frazioni di Teveno, Pezzolo e Nona – la più alta della valle – si susseguono in rapida sequenza svelando i tesori custoditi nelle piccole chiese, dove si incontrano la figura e l’opera del grande scultore Giovanni Giuseppe Piccini, nato a Nona e oggi sepolto nel cimitero del piccolo paese. Giunge ora uno dei momenti più intensi della Via Decia: la salita alla Diga del Gleno. Qui la bellezza del paesaggio fa da cornice alla memoria della più grande tragedia che queste vallate abbiano conosciuto: il disastro del 1 Dicembre 1923. Lasciata la Diga, si raggiunge la deliziosa Pianezza, col suo orologio a sei ore. Manca poco alla meta. Passando per la località Ponte del Gleno e la suggestiva strada bianca delle Roche, ecco aprirsi alla vista l’abitato di Vilminore, da sempre cuore politico e religioso della Valle di Scalve.