La Riserva naturale “Boschi del Giovetto” è situata a cavallo tra la Valle di Scalve e la Valle Camonica, nei comuni di Azzone (BG) e di Borno (BS), compresa tra la quota minima di 1000 m in Val Giogna e la quota massima di 1950 m lungo le pendici della Corna di S. Fermo. E’ posta a cavallo del costone che in direzione EW fa da confine tra le due Province e dalla Corna di S. Fermo (2352 m) scende fino al giogo del Giovetto di Paline a quota 1273 m. Il versante bresciano è esposto prevalentemente a sud mentre quello bergamasco ha orientamento W e NW. La Riserva appartiene al bacino idrografico del fiume Dezzo, ha un’estensione di 597 ettari e coincide con la ZSC/ZPS IT2060006 “Boschi del Giovetto di Paline”.
E’ costituita in larga parte da boschi a prevalenza di abete rosso e abete bianco, con faggio nella parte medio bassa e larice alle quote più elevate. Non mancano le aree a prato, delle quali le più ampie fanno riferimento a due alpeggi tuttora monticati.
La Riserva, istituita nel 1983, è finalizzata alla tutela dei popolamenti naturali delle Formiche del gruppo “Rufa”. Si tratta di quelle formiche che vivono nei boschi a prevalenza di conifere, dove costruiscono con aghi e rametti grandi nidi a forma di cupola. La loro presenza è indice di buona qualità dell’ecosistema bosco, mentre in caso di utilizzazioni forestali troppo intense o inappropriate i formicai diminuiscono o arrivano a scomparire, con possibili conseguenze negative sullo stato di salute del bosco. La Formica Rufa è infatti una forte predatrice di insetti la cui eccessiva proliferazione può rappresentare un serio pericolo per le piante. Tra il 1950 e la metà degli anni ’70, con la regia del Corpo Forestale dello Stato e la supervisione scientifica dell’Università di Pavia, da questi boschi particolarmente ricchi di formicai sono stati prelevati centinaia di nidi per reintrodurre la Formica Rufa là dove era scomparsa, o per sperimentare la sua capacità di contenere i danni provocati ai boschi da altri insetti. Tutelare la formica Rufa significa dunque gestire in modo corretto i boschi in cui essa vive, attuando una selvicoltura che assecondi le dinamiche naturali.
Sono anche presenti stabilmente nella riserva le seguenti specie di macromammiferi: la volpe, la faina, la donnola, che hanno carattere relativamente ubiquitario, come pure in parte il capriolo. Lo scoiattolo, la martora, il tasso e il cervo sono invece maggiormente legati ai complessi forestali. La lepre comune è presente soprattutto al confine con i prati stabili posti nella zona meridionale della riserva, mentre alle quote più elevate, oltre il limite superiore della vegetazione arborea, compaiono la lepre bianca e l’ermellino.
La riserva è stata classificata come Sito di Importanza Comunitaria nel 2003 e come Zona di Protezione Speciale nel 2004, inserendosi tra i siti della regione biogeografia “Alpina”.
La Riserva ed il corrispondente sito di Rete Natura 2000, è gestita dall’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF).
Una guida completa alla Riserva del Giovetto è disponibile sul sito www.ersaf.lombardia.it