Un cammino è un racconto, un testo. I passi percorrono i sentieri come l’occhio avanza fra le righe, di parola in parola. E a ogni passo è il mondo che si apre, si rivela. Il libro della Valle di Scalve e – parzialmente – della Valle Camonica non fa eccezione. Troverete le tracce sorprendenti di secoli di storia e di storie, disseminate fra i dipinti delle chiese, le gallerie delle miniere, i cortili delle case. Scoprirete con stupore che fra queste montagne nacque il Cardinale Angelo Maj, filologo al quale Leopardi dedicò una delle sue canzoni civili. O lo straordinario scultore Giovanni Giuseppe Piccini. Che maestri intagliatori vennero dal comasco per edificare il campanile più grande fra queste vallate, a Vilminore. E poi le arti del vivere quotidiano, l’estrazione del ferro, la cura del bosco, la coltivazione della terra, la lavorazione del latte. Non ci resta che augurarvi buon viaggio… buona lettura!
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In luogo della buca oggi visibile nell’abetaia di Schilpario, sorgeva un’osteria, luogo di divertimenti e spensieratezza. Finché il Diavolo…
“Credettero che bastasse ormai venire cantando”. Dove dodici uomini disarmati vennero trucidati dai fascisti la sera del 28 Aprile 1945.
Tutto parla della miniera e della vita dei minatori in questa chiesetta consacrata nel 1946. Da qui lo sguardo abbraccia gran parte della Valle di Scalve.
Uno dei luoghi più suggestivi della Via Decia. La visita alla miniera è un viaggio indimenticabile nel cuore della Valle di Scalve e della sua storia.
Un viaggio nel tempo di milioni di anni, nato dalla passione e dalla cura di un collezionista privato.
La meta di giornata è ormai vicina. Regalatevi dunque il giusto tempo per guardarvi intorno da quassù. Fate incetta di silenzio e bellezza.
Le opere di Fantoni, Piccini, Enrico Albrici. Il meraviglioso pulpito. La chiesa di Azzone sorprende per i suoi tesori. E il campanile che visse due volte.
Una fontana ellittica – diventata monumento ai caduti – e il grande lavatoio sembrano chiamare ancora a raccolta gli abitanti di Azzone.
Collocata un tempo in posizione dominante rispetto al centro abitato, la torre medievale garantiva la vigilanza e la difesa di Azzone.