Vilminore è situato nel centro geografico della Valle di Scalve e per questo motivo fu scelto per ubicarvi il Palazzo Pretorio, simbolo della sua ricca storia millenaria e prezioso testimone dell’unità e dell’autonomia scalvina. Fu centro amministrativo della Valle fino all’epoca napoleonica e attualmente è sede della Comunità Montana di Scalve che anticamente stendeva la sua giurisdizione civile, giudiziaria ed ecclesiastica oltre l’Alpe Manina, comprendendo Lizzola, Bondione e Fiumenero.
A partire dall’anno 1000 fino alla fine del XVIII secolo, la valle fu governata dalla Comunità Grande di Scalve, composta dai rappresentanti delle vicinie (gruppi di famiglie). Il Podestà amministrava la giustizia e proveniva da fuori valle in modo da garantirne l’imparzialità.
Il 9 gennaio 1375 i rappresentanti di tutte le famiglie della valle si riunirono nell’antica Pieve di Scalve e deliberarono la costruzione di una casa prospiciente la Piazza del Malconsiglio, da adibire a nuova residenza del Podestà. Il primo nucleo del Palazzo Pretorio risale quindi al secolo XIV, fu ampliato nel 1563 e successivamente nel 1675.
Il palazzo presenta al piano terreno tre grandi aperture ad arco ribassato, Il piano nobile ha quattro finestre rettangolari e quello superiore il balconcino in ferro voluto da Nicolò Morelli, figlio del più famoso Gregorio, medico alla corte imperiale austriaca di Massimiliano II nel Cinquecento. La stupenda facciata del palazzo ristrutturata recentemente evidenzia l’antica storia dell’edificio con i suoi tre strati di intonacatura: molti dipinti, stemmi e fregi sono stati recuperati, conferendo all’aspetto attuale una lettura storica molto ricca e interessante.
La facciata è caratterizzata da due importanti simboli della giustizia: un anello a cui venivano fissate le catene dove il prigioniero era immobilizzato e schernito dai passanti e una mensola in pietra, sovrastata da una lapide con iscrizione in latino; la scritta serviva da monito ai passanti, ricordando che sulla mensola venivano esposte le teste dei malfattori giustiziati.
L’entrata del palazzo, posta su Via Acerbis, avviene tramite un notevole portone. Una volta all’interno, subito a destra vi sono le prigioni, interamente foderate con tavole di legno di larice, fermate ovunque, sia nel pavimento che nel soffitto, da sprangoni di ferro. Le piccole finestrelle, con contorno in pietra, per tutta la grossezza del muro erano munite di doppie inferriate.
Salendo la scala in pietra, si raggiunge lo spettacolare salone delle udienze, realizzato al termine del XV secolo, caratterizzato dall’importante camino d’epoca veneziana in pietra di Sarnico e da un bellissimo soffitto ligneo; le pareti, affrescate con stemmi recuperati solo parzialmente, sono impreziosite da parecchi ritratti di alcuni dei Pretori che amministrarono la giustizia in Valle.
Di fianco al salone delle udienze, è ancora visibile l’Ufficio del pretore, impreziosito da ritratti incorniciati dentro magnifici stucchi.