Monumento eccidio dei Fondi

Musei e palazzi

Come la storia di ciascuno è fatta anche dalle sue ferite, dalle circostanze in cui è entrato in contatto col dolore incomprensibile, così vale per la storia di una comunità. E se in Val di Scalve la Diga del Gleno rappresenta per tutti lo spazio e il tempo della tragedia, del “disastro”, vi è un altro punto di questa porzione incantata delle Alpi in cui vale la pena passare e sostare per qualche istante in silenzio. E’ il monumento in memoria dell’eccidio dei Fondi, realizzato nella sua forma attuale dall’artista Walter Giliberto e inaugurato il 14 Maggio del 2011. Custodisce la memoria di quanto avvenne la sera del 28 Aprile del 1945 quando, in questo luogo, dodici uomini vennero uccisi dai militi fascisti della brigata Tagliamento in fuga dal Mortirolo, scesi in Val di Scalve per il Passo del Vivione. Alla notizia del loro arrivo imminente, venti uomini di Schilpario – in gran parte civili – si mossero dal paese a bordo di un camion in precedenza requisito a militari tedeschi, per indurli a deporre le armi, convinti che sarebbe stato possibile riuscirvi senza la necessità di sparare. Al loro arrivo, però, proprio qui ai Fondi, vennero sorpresi dai colpi dei soldati nemici. Dieci di essi morirono sul posto. Due, gravemente feriti, morirono uno la sera stessa – non appena riportato in paese, l’altro tre giorni dopo. Il resto del gruppo riuscì miracolosamente a mettersi in salvo. I fascisti, autori della strage, dopo aver infierito sui cadaveri e averli depredati, risalirono il Passo del Vivione in fuga. Alcuni si arresero in Val Camonica, altri fuggirono e lasciarono l’Italia di lì a qualche tempo.
«Credettero che bastasse ormai venire cantando», fu scritto sulla lapide collocata nel 1964 nel luogo dell’eccidio. L’attuale monumento, che incorpora anche la lastra di marmo originaria con i nomi delle vittime, è costituito da 17 aste in acciaio conficcate nel terreno, che riproducono la costellazione dell’Orsa maggiore e l’orientamento dei corpi celesti nella notte del 28 aprile 1945 alle 20.30, ora dell’eccidio.

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