L’ecomuseo è stato realizzato in epoca recente mediante la riqualificazione di una porzione dell’enorme fabbricato industriale sorto agli inizi del Novecento nella frazione di Carbonera (Colere). Era destinato al deposito del minerale di fluorite estratte dalle miniere poste nei pressi dell’attuale Rifugio CAI “Luigi Albani”, a circa duemila metri di quota. Negli anni 1925/26 una rudimentale teleferica su tralicci in legno ha sostituito il trasporto a valle del minerale effettuato dagli strusì (lett. “trascinatori”), su apposite slitte e lungo percorsi adattati e mantenuti allo scopo. La teleferica, rifatta e migliorata negli anni successivi, aveva la sua stazione d’arrivo all’ultimo piano di questo fabbricato, dove i vagoni scaricavano il minerale entro una vasca, tutt’oggi esistente, per il suo primo lavaggio; veniva quindi stoccato in sottostanti silos, poi caricato su autocarri e trasportato fuori valle, in stabilimenti deputati alla sua lavorazione. Il museo evoca, dunque, l’attività mineraria che ha garantito per secoli la sopravvivenza della gente scalvina. Gli indumenti originali, i caschi, gli attrezzi per l’escavazione, i carrelli ed altri particolari sono la testimonianza dei sacrifici e della maestria, delle privazioni e dell’ingegno che consentirono alla popolazione di continuare ad abitare questa valle.