La chiesetta della Pieve sorge sul luogo dell’antica Pieve della Val di Scalve che rientrava tra le chiese plebane della diocesi di Bergamo. Di essa si presume l’esistenza fin da prima dell’anno mille, ma non se ne ha notizia certa fino al XIII secolo.
Le Pievi erano le uniche chiese all’infuori del duomo dove si potevano ricevere i sacramenti; sorgevano nei paesi e villaggi lontani dai grandi centri cittadini. Al tempo, questa Pieve era il riferimento per tutto il territorio scalvino, che allora comprendeva i quattro comuni attuali e anche il territorio di Valbondione.
La Pieve di Scalve non era solo un luogo di culto, ma anche un punto di riferimento per la vita civile della comunità. I rappresentanti delle vicinie (gruppi di famiglie) si riunivano presso la Pieve per discutere le decisioni per l’organizzazione della Comunità di Scalve. Per esempio, qui si decise la costruzione del Palazzo Pretorio.
A causa dei dissidi dovuti alla presenza di più parrocchie, all’inizio del XVIII si decise per la demolizione dell’antica Pieve e dell’antica chiesa di Santa Maria. La nuova Pieve corrisponde all’attuale chiesa parrocchiale di Vilminore di Scalve: intitolata sia a San Pietro che a Santa Maria Assunta.
A memoria dell’antica chiesa rimane una colonna in pietra (serizzo rosso) ai piedi della scalinata dell’attuale edificio. Nello stesso luogo, nel 1785, don Francesco Albricci fece costruire un nuovo fabbricato di culto in ricordo dei morti della peste del 1630.
Nel 1981 gruppi locali delle associazioni AVIS e AIDO chiesero e ottennero la gestione della chiesetta come luogo di incontro e perciò oggi è nota anche come “Tempio del Donatore”.
Accanto alla chiesa ancora la vecchia canonica sulla quale si legge:
DIRUTAE PLEBIS SCALVI
DOMUS CANONICA REI RUSTICAEASSERVATA
(Casa canonica della distrutta Pieve di Scalve, conservata come abitazione rustica)