Da alcuni documenti sembrerebbe che la chiesa di Azzone, in antichità Zono, fosse già parrocchiale nel 1354.
L’edificio era diverso dall’attuale, di dimensioni inferiori e senza involto, architettonicamente simile al Cesulì di Colere. La prima pietra dell’attuale chiesa venne posata l’8 maggio 1724; i lavori proseguirono sotto la direzione di Domenico Tetamanti di Scaria, comasco, su progetto architettonico dello scultore Andrea Fantoni di Rovetta. La Parrocchiale fu benedetta e aperta al culto l’8 maggio 1733, 9 anni dopo l’avvio dei lavori. La consacrazione avvenne il 26 maggio 1948, da parte del Vescovo di Bergamo Adriano Bernareggi, che le confermò l’antico titolo dei Santi apostoli Filippo e Giacomo e sigillò nel nuovo altare maggiore le reliquie dei due Santi Patroni e dei martiri Alessandro e Adriano.
Il portale principale, a blocchi autoportanti con piedritti ad ampie volute, è datato 1793; l’ingresso laterale, sul lato sud, è invece datato 1744.
Nel 1857-60, per sopperire alla carenza di spazio, venne ampliata la porzione più prossima all’ingresso, ricavando le due nicchie laterali (ospitanti una il battistero e l’altra una tela seicentesca della crocifissione). Sempre nel 1860, venne realizzata la cappella laterale, sul lato nord, recentemente restaurata. All’interno s’impongono per valore artistico gli altari laterali del Rosario, di scuola fantoniana, e dei Santi, realizzato dallo scultore Giovanni Giuseppe Piccini di Nona; essi presentano ancone e paliotti riccamente intagliati e statue decorative di pregio (S. Giuseppe e S. Gioachino, l’altare della Madonna; S. Antonio Abate e S. Antonio di Padova, l’Altare dei Santi). L’altare maggiore attuale fu eseguito dalla ditta Carlo Comana nel 1934. Dietro di esso vi è la pregevole tela settecentesca del vilminorese Enrico Albrici, raffigurante la Vergine e il bambino in gloria e i Santi Filippo e Giacomo.
Tra le diverse tele, per lo più di ignoti del ‘600-‘700, notevole il S. Francesco Saverio di Antonio Cifrondi (m.1730).
Il pulpito poligonale, in noce intagliato e ricco di nicchie e sculture, proviene, secondo tradizione non suffragata da documentazione, dall’antica Pieve di Vilminore; le statuette ospitate nelle nicchie furono realizzate dalla bottega dei Fantoni antecedentemente al 1748.
La grande bussola con colonne tortili è dei Bormetti di Ponte di Legno (1942). Il Battistero, con incrostazioni in botticino e cornici in occhialino, fu realizzato dai marmisti Tullio e Giovanni Clerici su progetto dell’ing. Luigi Angelini, nel 1945.
A seguito della visita apostolica di S. Carlo Borromeo del 1575, venne riedificato il campanile che presenta pianta quadrata di 3,65 m alla base e cella campanaria originaria con aperture a sesto acuto, ora tamponate. L’attuale cella campanaria è stata realizzata sopraelevando la struttura nel 1782, in stile diverso con conci più grandi e squadrati, e completando, nel 1828, il coronamento di pinnacoli, la base della croce e la copertura con croce metallica e pinnacoli a bulbo con elementi decorativi metallici floreali.
La sopraelevazione ha teso con evidenza a riequilibrare il rapporto dimensionale e formale con la chiesa settecentesca, vista l’assoluta semplicità del tratto di campanile originario, creando così un singolare contrasto tra le due parti che lo costituiscono.