Teveno fu la prima contrada a separarsi dall’antica Pieve di Vilminore con decreto del 25 settembre 1546. La sua chiesa venne consacrata e dedicata a S. Michele Arcangelo e a S. Bernardo abate dal vescovo Giovanni Emo nel 1614, ma subì radicali trasformazioni nel corso del Settecento. Il 1° gennaio 1739 vennero infatti convocati tutti i capi famiglia che, insieme al curato don Pietro Poli, deliberarono di demolire la vecchia chiesa e di edificarne una nuova. Il 1° giugno dello stesso anno fu posta la prima pietra e l’edificio venne completato dopo sette anni: nel 1746 si levarono tutti i ponteggi ed in occasione della festa di S. Michele, che venne scelto come protettore principale, avvenne una solenne celebrazione. Infine, all’inizio del ‘900, con un prolungamento della facciata si eliminò un bel pronao. All’interno si trovano opere pregevoli: l’altare Maggiore in pietra grigia del torrente locale Nembo, opera della bottega Fantoni (1772); il tabernacolo e la tribuna d’altare – in legno intagliato, dipinto e dorato – opere di Giovanni Lanzini (1598-1604). Alcune statuette sono rifacimenti degli originali scomparsi, realizzate dal carbonaio intagliatore Stefano Tagliaferri (Fantine) tra il 1875 e il 1885. Il tabernacolo e la tribuna provengono dalla Pieve di Vilminore andata distrutta e furono acquistati per la parrocchiale di Teveno nel 1751 dagli originari del paese. La tribuna, in particolare, presenta le forme di un tempio barocco in miniatura.