Chiesa di S. Antonio da Padova

Architettura religiosa

L’edificio seicentesco, dedicato a S. Antonio da Padova, sorge nel luogo stesso in cui nel 1338 fu costruita la prima chiesa parrocchiale di Schilpario. Anche l’antico fabbricato era dedicato a S. Antonio da Padova; era a pianta quadrangolare con l’ingresso principale sul lato nord. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 14 maggio 1664 e condotta a compimento verso il 1682. La spesa fu in massima parte sostenuta dalla contrada di Schilpario; la calce e il legname vennero forniti dalla società Bine, ogni famiglia poi offriva a turno materiali e manodopera. Capomastri furono Giovan Battista Grandi, comasco, e Terraccini Maffeo di Borno. Furono eletti Presidenti alla fabbriceria: Gian Battista Grassi quondam Scalvino e Giovanni Pizio quondam Zanino del Grumello. La prima pietra fu posta in domenica 18 del mese ed anno suddetto e portava scolpite le lettere S.A-O-P-N (Sancti Antoni Ora Pro Nobis). La chiesa è ad unica navata con tre cappelle laterali a destra e tre a sinistra. Il presbiterio è sopraelevato di due gradini ed è ristretto rispetto alla navata. Rende così possibile l’accesso da una parte alla chiesina dell’Immacolata e dall’altra alla sacrestia. Le pareti laterali sono scandite da lesene, che partendo da un basamento di marmo scuro, salgono fino ai cornicioni sui quali poggiano gli archi delle cappelle laterali. Lungo la parete di sinistra si possono ammirare:
– l’altare di S.Eustachio con la tela di Antonio Cifrondi (1656-1730) di Clusone;
– il monumento marmoreo dedicato al Cardinale Angelo Maj (1782-1854). L’opera fu eseguita secondo le disposizioni testamentarie del celebre schilpariese che è sepolto nella chiesa di Sant’Anastasia a Roma. Il Cardinale Maj svolse un’intensa attività di ricerca di manoscritti classici; tra i ritrovamenti, eccezionali per importanza vi è il palinsesto con il ‘De Republica’ di Cicerone, celebrato da G.Leopardi nella canzone dedicata al Cardinale. Lungo la parete di destra segnaliamo:
l’altare del SS. Crocifisso con tela attribuita a Giuseppe Cesareo, datata 1672;
l’altare della Madonna del Rosario in legno dipinto con colori e dorature, circondata dai misteri dipinti ad olio su tela di autore ignoto del Settecento A questo altare hanno lavorato, tra gli altri, lo scultore Gio. Giuseppe Piccini (1661-1725) di Nona di Scalve e i Fantoni di Rovetta;
l’altare della Vergine Assunta con tela di Antonio Cifrondi. In questa cappella laterale è stato posto il fonte battesimale sul quale è incisa la data 1655 e scolpito lo stemma di S.Bernardino da Siena. L’altare settecentesco del presbiterio è opera di grande valore della celebre bottega fantoniana di Rovetta. La meravigliosa ancona a legno marmorizzato che si ammira sopra l’altare maggiore è invece opera dei fratelli Visinoni da Clusone e le molte statue simboliche che lo adornano sono fra i pregiati lavori del Piccini. La pala dell’altare maggiore rappresentante Sant’Antonio di Padova è lodata opera del Carpignoni.

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